21 Aprile 2021
Mercato immobiliare, ecco i rischi 2021 secondo Nomisma
“Il calo fatto segnare sul versante delle compravendite residenziali (-7,7%) rappresenta un esito migliore anche delle attese più ottimistiche, a cui ha concorso il dinamismo registrato fuori dai maggiori centri urbani”.
È questo uno dei dati più significativi che emergono dal 1° Osservatorio sul Mercato Immobiliare 2021 curato da Nomisma. Ma cosa ci aspetta nel prossimo futuro?
- Secondo il think tank bolognese il timore che gli attuali riferimenti di mercato risultino insostenibili, alla luce della drammaticità del tracollo subito dalla nostra economia, appare tutt’altro che infondato.
- Al momento la flessione dei prezzi registrata si presenta nel complesso modesta con un calo nominale tra lo 0,7% (città intermedie) e il 2,0% (grandi città). • Resta forte il pericolo di un tracollo di dimensioni più ampie o anche solo del protrarsi della debolezza congiunturale.• In Italia nel 2020 si sono compravendute 46.241 abitazioni in meno rispetto al 2019 (-7,7% annuo) e 8.866 immobili destinati ad accogliere attività economiche in meno (-7,6%).
- In ambito residenziale l’entità del calo su base annua si è attenuata grazie ai mercati di provincia, i quali, nella seconda parte dell’anno, hanno fatto registrare un aumento tendenziale del 10% (primo semestre -22,2% tendenziale).
- Anche il mercato non residenziale ha visto una performance meno negativa (-8,3% tendenziale) nella seconda parte dell’anno rispetto alla prima (-25,1%).
- Nel segmento degli immobili per l’impresa, è andato bene invece il settore dei magazzini, che ha fatto segnare, nel secondo semestre 2020, un incremento di 5.265 unità rispetto allo stesso semestre dell’anno precedente.
- Sono invece 5.236 le transazioni di spazi per il commercio effettuate in meno nel 2020, perlopiù riconducibili al primo semestre dell’anno.
- Sono cali alquanto contenuti se paragonati all’ultima fase riflessiva registrata in Italia (pre-pandemia), che ha visto flessioni dei pezzi su base annua del 3,5% nei mercati maggiori e del 2,9% nei mercati intermedi.
- Alla domanda “nel corso del 2021 il mercato delle compravendite recupererà i livelli di attività persi nel 2020”, il 49,8% dei rispondenti ritiene che ciò si verificherà contro il 50,2% che lo considera improbabile.
- L’incertezza su come si modificheranno i prezzi nel corso dell’anno, a giudizio degli operatori, spinge l’offerta a rimanere sul mercato (90%) e a rivedere al ribasso i prezzi richiesti (75%).
- Anche in questo caso fa eccezione il Nord dove il 20% dei rispondenti (a fronte del 10% del totale delle risposte) ritiene che parte dell’offerta potrebbe ritirarsi dal mercato in attesa di una risalita dei prezzi.
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